ALE SENSO PROJECT: L’uno nell’altro e Il Pendolo

L’uno nell’altro

Abituata a lavorare sulla rappresentazione antropomorfica delle emozioni umane, Ale Senso è giunta a Rieti per ascoltare le storie che i luoghi conservano e per trasformarle in immagini pregne di memorie e significati, attratta com’è da vicende intime e collettive che abitualmente restituisce in chiave simbolica ed onirica.
Ale Senso è intervenuta sulla facciata principale della Camera di Commercio dopo aver esplorato il panorama culturale della città e dopo aver operato una sintesi tra i riferimenti storico-artistici del territorio e i reperti individuati nella Sezione Archeologica del Museo Civico.
Un’anfora romana custodisce al suo interno una piccola anfora sabina,

in un rapporto di dipendenza e di scambio intercorso tra le due culture, l’una, la prima, nata sulle spalle dell’altra, più antica e già solida. Immerse in un rigoglioso fogliame, allegoria dell’ancora autentico patrimonio naturalistico che avvolge il territorio reatino, prezioso per l’agricoltura e per il turismo, le due anfore, che ricordano i trasporti di beni alimentari, poggiano le loro basi su quel che sembra essere il ponte cittadino, un tempo principale via del commercio, ma che, come una ruota dentata, si fa, al tempo stesso, rappresentazione simbolica dell’industria, fulcro dell’attuale economia locale. Mani e braccia forti di lavoratori del luogo si fanno sostegno della storia e della cultura della città.

Il Pendolo

Sulle facciate laterali della Camera di Commercio, Ale Senso racconta una storia che dal passato giunge fino al nostro presente.
Da un lato, un volto anziano evoca la storia industriale della città, i ricordi della comunità operaia prendono forma nella sagoma lontana del primo zuccherificio d’Italia. Nel cavallo furente si manifesta la forza della resistenza e la tempra di quei lavoratori che sanno di aver contribuito alla crescita della città. Dall’altro, un volto giovane guarda impavido verso il futuro, con all’orecchio un pendolo, infonde desiderio di conoscenza nel giovane con il capo chino

sui libri, guidandolo nella ricerca di un equilibrio tra la conservazione delle tradizioni e l’impaziente spinta verso l’innovazione. Le figure del cavallo e dello studente vedono sfilare dinanzi a loro un gregge di pecore, che percorrendo una scena dopo l’altra, legano in maniera inscindibile il passato e il futuro, proprio come l’opera di Ale Senso, in grado di intrecciare la tradizione storico-artistica del territorio reatino, nelle figure ispirate alle opere di Antonino Calcagnadoro e Arduino Angelucci, ai nuovi linguaggi del contemporaneo attraverso riflessioni perfettamente calate nell’epoca attuale.

CHI È ALE SENSO

Il suo percorso legato ai graffiti e alla street art nasce e si sviluppa a partire dalla seconda metà degli anni ’90. Già durante gli studi presso il liceo artistico di Bergamo avvia un dialogo con le istituzioni per l’individuazione di spazi per interventi di arte muraria per sé e per i suoi coetanei. Nasce il progetto “Tracce Urbane” tuttora attivo a Bergamo. Nel 2001 completa gli studi all’accademia di Belle Arti Brera a Milano. Viene selezionata al corso superiore di arte visiva della Fondazione Antonio Ratti a Como a cura di G. di Pietrantonio e A. Vettese. Trascorre 9 anni a Milano, durante i quali partecipa ad eventi, convention e mostre, e lavora per aziende come Budweiser, Fiat, Raitunes, Amica Magazine, La Rinascente, Adidas, Diadora, Huawei. Nel 2006, partecipa con un live painting alla mostra “Street Art Sweet Art” al PAC di Milano. Nel 2008 espone a “Scala Mercalli, il terremoto della street art italiana”, all’ Auditorium parco della musica a Roma a cura di G. Marziani. A partire dal 2007, nasce un suo personale progetto che prevede la produzione di interventi pittorici e performativi in spazi abbandonati, “A.c.m.e.”, “Reality” e “Cycle Age Dinamo Fitness” sono i lavori site specific che le valgono la selezione e la pubblicazione come finalista al Premio Internazionale Terna 01- 03 e all’ Eco Art Project 2010. Nel 2011 trasferisce il suo studio a Berlino. Nel 2013 partecipa alla mostra

internazionale di Street art “La Tour Paris 13” a Parigi.
Partecipa inoltre a vari progetti in Europa tra i quali: Mostar Street Art Festival, dove dipinge alcuni edifici rimasti devastati durante la guerra, a Roman/Bucarest (Re:mapping street festival), dipinge la facciata cieca di un centro per bambini autistici, a Sarajevo (International graffiti event – in collaborazione con l’ambasciata tedesca) dipinge con i ragazzi del quartiere alcune mura interne di un centro giovanile, a Dobrich e Varna in Bulgaria durante il Wuwec festival dipinge le rampe di uno skate park.
In Italia alcuni interventi: a Cless (Trento) tiene un workshop per ragazzi e dipinge le pareti di una casa in un parco durante la manifestazione “Wall Lettering”. A Varese per “Urban Canvas”, a Milano “Energy Box” 2015, a Roma al Maam – Museo dell’altro e dell’altrove, a Cosenza durante le Residenze BoCs Art dove produce due interventi in città ispirati alla tragedia di “Edipo”. Nel 2015 porta il concept della mostra “Walls of Milano” a Berlino, 11 street artists italiani e una mostra fotografica che racconta la scena urban milanese in una delle più importanti gallerie storiche e underground della città: la Neurotitan Gallery. Nel 2016, “HG80” la incarica della realizzazione della prima opera di arte urbana di grandi dimensioni eseguita su una facciata cieca di un edificio residenziale in Bergamo.

Foto di Marco Bellucci