L’UOMO TRA ARTE E DIGITALE

GRAZIE

 PER AVER CONDIVISO CON NOI E CON LA COLLETTIVITÀ LE TUE FOTOGRAFIE STORICHE DI FAMIGLIA
E PER AVERCI AIUTATO A RACCONTARE LA STORIA DI RIETI, PARTECIPANDO ALLA PRIMA MOSTRA CONDIVISA E INTERATTIVA DELLA CITTÀ

La mostra fotografica L’uomo tra arte e digitale, a cura di Annalisa Ferraro, è stata pensata per alimentare il dialogo tra la memoria individuale e collettiva e il progresso tecnologico in campo sociale e culturale, oltreché artistico. L’esposizione è stata realizzata grazie al coinvolgimento diretto dei reatini, invitati a condividere con la comunità le proprie fotografie storiche, per intraprendere insieme un percorso di riscoperta del proprio passato.

Il lavoro di raccolta e catalogazione delle immagini messe a disposizione dai reatini ha fatto sì che le “tracce di memoria” di ciascuno diventassero “storia pubblica” attuale, memoria contemporanea. Immagini legate a fatti e periodi storici, foto di famiglia per raccontare la cultura locale, storie di moda e di costume, la vita scolastica e gli anni del “boom”, la mostra ha portato negli spazi dell’Atelier uno spaccato della vita reatina, selezionato dai cittadini stessi, che attraverso le memorie familiari custodite nei cassetti delle proprie abitazioni, hanno contribuito a costruire l’esposizione e a tessere le fila della narrazione. La storia di Rieti è stata raccontata attraverso gli sguardi e i ricordi delle diverse generazioni che l’hanno vissuta, la partecipazione dei cittadini ha alimentato il senso di appartenenza alla comunità e la volontà di contribuire alla progettazione del futuro della città e alla valorizzazione del territorio.

Con il coinvolgimento di artisti contemporanei, impegnati nella ricerca digital e nella sperimentazione di nuovi media, il mezzo fotografico, nelle sue manifestazioni storiche, e il passato della città di Rieti si sono confrontati con le espressioni artistiche d’oggi. I reatini sono diventati i protagonisti non solo dei ritratti fotografici ma anche delle opere d’arte interattive installate negli spazi dell’Atelier. I volti dei visitatori sono stati rielaborati digitalmente per dare vita ad un’esposizione in continua

evoluzione e mutamento, arte e tecnologia hanno saputo raccontare il presente di una città viva, che vuol custodire il proprio passato ma volgendo sempre lo sguardo verso il futuro. Opere partecipate, quindi, pensate per coinvolgere fisicamente ed emotivamente i fruitori, per immergerli in uno spazio nuovo, un limbo tra realtà e illusione, in cui possano coesistere oggetti tangibili ed elementi effimeri ed incorporei.

Una sperimentazione completamente nuova ha preso vita nel Museo Civico, il progetto TraMe ha portato a Rieti un’esperienza unica, da vivere attraverso l’utilizzo degli Hololens 2, i più innovativi visori per la mixed reality ad oggi presenti sulla scena tecnologica, non ancora lanciati sul mercato italiano e per la prima volta utilizzati per la realizzazione di un’opera d’arte. Vincenzo Marsiglia ha immerso tutti visitatori in uno spazio nuovo, un limbo tra realtà e illusione, in cui è possibile veder coesistere oggetti tangibili ed elementi effimeri ed incorporei.

In occasione del finissage della mostra è stata inoltre presentata l’opera Digital Antica di Vincenzo Marsiglia. Proiezioni interattive hanno preso vita nel giardino del chiostro dell’ex Monastero di Santa Lucia, il pubblico, accolto nel Museo Civico, è stato coinvolto in un’esperienza sensoriale di grande impatto fisico ed emotivo, avvolto dalle immagini di Vincenzo Marsiglia e dalle musiche composte da OCRASUNSET. Un pattern visivo in movimento, con il calare del buio, ha preso vita sulla facciata del Museo, trasformandone temporaneamente il profilo, con forme e colori completamente nuovi.

Infine, grazie alla realtà aumentata su dispositivi mobili, alcune immagini della Rieti “storica” sono state scannerizzate e sfruttate per ricostruire angoli della città che nel corso dei decenni hanno cambiato aspetto.

Foto di Davide Cazzulani

Foto di Mario Mazza